Il carcinoma prostatico è il tumore più diffuso tra gli uomini in Italia, con circa 40.190 nuovi casi stimati nel 2024. Sebbene la sopravvivenza a cinque anni sia del 91%, una parte significativa dei pazienti sviluppa la forma resistente alla castrazione metastatica (mCRPC), che necessita di trattamenti mirati ed efficaci (Quotidiano Sanita, 2024).
Dalla terapia ormonale alla resistenza
Per anni, la terapia di deprivazione androgenica (ADT) è stata la strategia principale per contrastare la crescita del tumore alla prostata, privando le cellule maligne del loro “carburante” principale. Tuttavia, con il tempo, il tumore sviluppa meccanismi di resistenza, portando alla progressione della malattia. Fino a oggi, le opzioni terapeutiche per i pazienti con mCRPC comprendevano farmaci ormonali di nuova generazione, chemioterapia e, in casi limitati (circa il 10%), l’uso degli inibitori PARP in pazienti con mutazioni nei geni BRCA1 e BRCA2 (Adnkronos Salute, 2024).
L’approvazione dell’uso di Olaparib
Un’importante svolta è stata l’approvazione da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) della rimborsabilità di Olaparib, un inibitore PARP, in combinazione con abiraterone e prednisone o prednisolone per il trattamento di prima linea del carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione con mutazioni BRCA1/2. La decisione si basa sui risultati dello studio di fase III PROpel, che ha dimostrato che questa combinazione riduce del 71% il rischio di morte rispetto alla sola terapia ormonale con abiraterone (Fondazione Veronesi, 2024).
Diagnosi genetica e personalizzazione della terapia
Il trattamento con Olaparib in prima linea apre la strada a una maggiore personalizzazione delle cure, enfatizzando l’importanza dei test genetici per identificare le mutazioni BRCA nei pazienti con carcinoma prostatico avanzato. Questa strategia consente non solo di ottimizzare l’efficacia terapeutica, ma anche di offrire ai familiari del paziente la possibilità di accedere alla consulenza oncogenetica per la diagnosi precoce e la prevenzione di altre neoplasie correlate (Repubblica, 2024).
Benefici per i pazienti
L’introduzione di Olaparib in combinazione con abiraterone rappresenta un progresso significativo nel trattamento del carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione. Oltre a migliorare la sopravvivenza, questa terapia offre un miglior controllo dei sintomi e una maggiore qualità di vita per i pazienti. L’approccio personalizzato basato sulle mutazioni genetiche consente inoltre di evitare trattamenti inutilmente aggressivi, riducendo gli effetti collaterali e migliorando la gestione della malattia a lungo termine (Corriere della Sera, 2024).