Il carcinoma ovarico rappresenta una delle neoplasie più aggressive, spesso diagnosticata in fase avanzata a causa dell’assenza di uno screening efficace. Per le pazienti con carcinoma ovarico platino-resistente, le opzioni terapeutiche sono state limitate per anni. Tuttavia, un’importante innovazione ha recentemente ottenuto l’approvazione nell’Unione Europea: il mirvetuximab soravtansine, un anticorpo farmaco-coniugato (ADC) di nuova generazione.

La Commissione Europea ha autorizzato l’utilizzo di mirvetuximab soravtansine in monoterapia per il trattamento di pazienti adulte con carcinoma epiteliale dell’ovaio, della tuba di Falloppio o peritoneale primitivo, positivo al recettore alfa dei folati (FRα), platino-resistente, sieroso di alto grado, che abbiano ricevuto da una a tre precedenti linee di terapia sistemica. Si tratta del primo farmaco coniugato mirato sul recettore FRα approvato nell’UE, una vera pietra miliare nella terapia oncologica.

Questo farmaco combina tre elementi principali: un anticorpo che si lega specificamente al recettore FRα presente sulle cellule tumorali, un linker clivabile e il payload DM4, un potente inibitore della tubulina che distrugge selettivamente le cellule bersaglio.

L’approvazione si basa sui risultati dello studio clinico MIRASOL, che ha dimostrato un significativo vantaggio clinico: una riduzione del 35% del rischio di progressione della malattia o di morte rispetto alla chemioterapia standard. I dati hanno anche evidenziato un miglioramento della sopravvivenza globale, con una riduzione del 33% del rischio di morte. Lo studio è stato presentato all’ASCO 2023 e pubblicato sul New England Journal of Medicine.

Come tutti i farmaci innovativi, il mirvetuximab soravtansine presenta alcune reazioni avverse, tra cui visione offuscata, nausea, diarrea, affaticamento e neuropatia periferica. Tuttavia, i benefici terapeutici rappresentano un progresso importante per un gruppo di pazienti con limitate opzioni di trattamento.

In Italia, il carcinoma ovarico colpisce circa 6.000 donne all’anno e rappresenta il 30% dei tumori maligni dell’apparato genitale femminile. La sopravvivenza a cinque anni è del 46%, un dato che evidenzia l’urgenza di approcci innovativi come questo.

L’introduzione di mirvetuximab soravtansine segna anche un importante passo avanti per AbbVie nel campo dei tumori solidi e della medicina di precisione. Questo farmaco offre una speranza concreta per migliorare la qualità di vita e la sopravvivenza di molte pazienti, rispondendo a un bisogno clinico insoddisfatto da oltre un decennio.

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